Gubbio, splendida città umbra, meriterebbe ben più di mezza giornata per essere visitata con calma e approfonditamente, tuttavia, trattandosi di una cittadina piuttosto piccola e che richiede spostamenti brevi, abbiamo selezionato per voi le 10 cose da visitare in città eventualmente in un tour della regione che potrebbe toccare anche città come Assisi e Orvieto.
Recenti scavi archeologici indicano che il territorio era abitato già dall’età del Bronzo. Gubbio era sicuramente un importante centro nel III sec a. C. e ne troviamo descrizione nelle sette tavole in bronzo rinvenute in loco verso la metà del 1400. Durante l’Impero strinse alleanza con Roma e divenne città fiorente.
In seguito fu distrutta dai Goti e conquistata dai Bizantini e dai Longobardi. Nell’XI sec si costituì comune (guelfo) ed ebbe un periodo di prosperità. Vennero edificate le mura e gli imponenti palazzi comunali. Dopo il 1350 entrò in decadenza passando sotto diverse signorie. Quindi divenne della Chiesa, della Repubblica Cisalpina ed infine nel 1860 del Regno d’Italia.
- Piazza Quaranta Martiri: Tra i maggiori luoghi di interesse da visitare a Gubbio, rappresenta il punto di confluenza di strade provenienti da varie direzioni, la piazza costituisce l’ingresso a Gubbio. Si trova fuori dalle mura cittadine. E’ piuttosto ampia e delimitata da un insieme di edifici e monumenti significativi. Da un lato sorge la chiesa di San Francesco e sul lato opposto la lunga e caratteristica Loggia dei Tiratori. Fra i due edifici è interposto un ampio giardino pubblico con il monumento ai caduti della prima Grande Guerra. La piazza contiene anche un capiente parcheggio a pagamento. Il nome è stato messo a ricordo dei 40 cittadini fucilati dai tedeschi nel 1944 per rappresaglia. Ad essi è dedicato anche un mausoleo.
- Chiesa di san Francesco: Si impone all’attenzione per il suo aspetto elegante ed insieme imponente. L’inizio della sua costruzione risale al XIII sec, ma fu completata molto dopo come si nota dalla contemporanea presenza dello stile romanico e di quello gotico. Sul posto vi era anticamente la casa degli Spadalonga, la famiglia che accolse San Francesco dopo la sua rinuncia ai beni terreni. Al Santo donò la tunica dalla quale avrebbe preso forma il caratteristico saio francescano. Nell’abside destra della chiesa fra i muri della Cappella di San Francesco si possono intravedere i resti della casa degli Spadalonga.
- Loggia dei Tiratori: tra i monumenti da vedere a Gubbio segnaliamo la loggia, costruzione a due piani con un lungo porticato nella parte bassa e un loggiato in quella superiore. Anticamente era sede della Corporazione della Lana, perno del sistema economico cittadino. Dalla lavorazione si ottenevano prodotti di ottima qualità e per questo esportati ovunque.
- Palazzo del Bargello: Anche questa costruzione risale al XIII sec ed era sede del Bargello ovvero dell’autorità che soprintendeva alla polizia cittadina. Nella piazzetta antistante si trova la fontana dei “matti”. Tradizione vuole che chi compie tre giri correndo intorno ad essa, può essere considerato cittadino di Gubbio e fregiarsi del titolo di “matto” al pari degli Eugubini.
- Palazzo dei Consoli: Domina elegante e maestoso dall’alto della città elevandosi di fronte a Piazza Grande e al Palazzo Pretorio. Tutto il complesso risale al 1321 e fu ideato allo scopo di costituire un centro politico e storico. I due palazzi sono uniti dalla piazza pianeggiante e di tipo pensile e per questo sostenuta da poderosi archi. Assomiglia ad una grande terrazza con il lato panoramico esposto verso la sottostante città. Il Palazzo dei Consoli è in stile romanico con anticipazioni di gotico. Un’ampia e armoniosa scalinata conduce al portale d’ingresso. Nella parte alta della facciata corre una fila di finestre incorniciate e termina con una pronunciata merlatura. Alla sinistra del tetto si staglia una torre con un’antica campana e i resti della “gogna”, la gabbia dove venivano esposti i condannati.
- Palazzo Pretorio: Risale alla stessa epoca di tutto il complesso di Piazza Grande (1321). Oggi è sede del Municipio ed ospita anche la Biblioteca e l’Archivio.
- Palazzo Ducale: E’ il più bell’esempio di architettura Quattrocentesca della città di Gubbio. La sua costruzione fu voluta da Federico da Montefeltro, duca di Urbino, nativo di Gubbio. Egli ne affidò la progettazione al Laurana, cioè allo stesso architetto che aveva progettato la sua corte di Urbino. Il Palazzo Ducale sorse sopra un precedente edificio longobardo del XII sec. La facciata principale si presenta con un avancorpo poggiante su grosse arcate e, a rientrare, prosegue con un’alta fronte merlata.
- Il Duomo: La facciata, assieme a quella del Palazzo Ducale si guardano su un’angusta piazzetta da cui si dipartono strette e scoscese stradine. Il Duomo occupa l’area di una preesistente chiesa romanica e la sua costruzione nel XII sec avvenne dopo un disastroso incendio che danneggiò buona parte della città. Subì poi rifacimenti nel XIII sec. La facciata è molto semplice con una scalinata che conduce al portale sopra il quale è posto un rosone senza particolari decorazioni. L’interno è a navata unica con possenti arconi ogivali. L’abside è abbellita da affreschi del ‘300. Nella chiesa esiste un’unica cappella realizzata nel XVII sec in stile barocco.
- Teatro Romano: Il Teatro sorge alla periferia della città. Le sue dimensioni sono notevoli con una cavea di 70 metri e numerose gradinate di cui una ventina sono ancora ben conservate. Si stima che potesse contenere circa 15.000 spettatori. L’inizio della costruzione risale al I sec a.C., ma la sistemazione definitiva è del secolo successivo, come indica un’iscrizione che cita il nome di Satrio Rufo come fautore del restauro. Il Teatro subì innumerevoli spoliazioni durante il Medio Evo, materiale che finì in molte costruzioni della città. L’impianto attuale, pur notevolmente ridotto, consente di tenere spettacoli estivi.
- La Corsa dei ceri: Si celebra il 15 maggio, anniversario della morte di Sant’Ubaldo patrono della città. In essa si mescolano tradizioni religiose e più antichi riti pagani legati alla primavera e alla dea Cerere. E probabilmente da questa divinità proviene il nome di “ceri” usati durante la festa, che non sono grosse candele come si potrebbe pensare, ma tre macchine di legno a forma di due prismi ottagonali sovrapposti e alti circa sette metri. Alla sommità vengono poste le statue di Sant’Ubaldo, di San Giorgio e di Sant’Antonio, mentre la base è agganciata su robuste portantine. Essi verranno portati di corsa attraverso le strade della città in un rito che inizia la mattina e dura tutta la giornata. La fase culminante della festa è verso sera quando da Piazza della Signoria i ceraioli si lanciano di corsa per le strette strade verso la basilica di Sant’Ubaldo in cima al monte Ingino.