La città sorgeva alla foce del fiume Sarno. Alla sua fondazione era bagnata dal mare e divenne presto un porto molto attivo. Incerta è la data della sua origine, ma si suppone risalga intorno al 600 a.C. Gli abitanti erano un misto fra indigeni (Oschi), etruschi e greci. Nel 500 a.C. i Sanniti, tribù dell’entroterra, conquistarono la città e la inserirono in una Lega con capitale Nuceria. Con i Sanniti ci fu un forte sviluppo urbanistico. Intorno al 300 a.C. cadde sotto l’influenza di Roma: prima come “socia” (alleata) e poi in seguito alla ribellione dell’89 a.C., come colonia romana, col nome di Cornelia Veneria Pompeianorum.
Sotto Roma la città si arricchì di nuovi edifici pubblici e privati. Nel 62 d.C. un violento terremoto interessò tutta l’area vesuviana e Pompei fu pesantemente colpita. La ricostruzione prese molto tempo per lo sciame sismico che ne seguì. Era ancora un cantiere aperto quando 17 anni dopo, il 24 agosto del 79 d.C., l’improvvisa eruzione del Vesuvio la seppellì sotto 6-7 metri di ceneri e lapilli.
La sua riscoperta iniziò nel XVI sec tramite scavi non ancora terminati. L’area comprende circa 66 ha e solo 45 sono stati scavati. I nomi dati alle case si riferiscono al proprietario, se conosciuto, oppure a particolari ritrovamenti.
- Tempio di Venere: Costruito nell’80 a.C. si trovava in splendida posizione con vista mare. Doveva essere il più sontuoso dei templi cittadini e proprio per questo è andato soggetto a continue spoliazioni. Oggi rimane ben poco.
- Tempio di Apollo: Edificio pubblico fra i più antichi, databile intorno al 550 a.C. e in seguito più volte rimaneggiato. Ai lati del portico presenta le statue di Apollo e Diana raffigurati come arcieri (originali al Museo di Napoli).
- Foro: Posto all’incrocio degli assi principali della città, formava la piazza principale. Vi era esclusa la circolazione dei carri. Tutt’intorno sorgevano edifici religiosi, politici ed economici. Verso la piazza il Foro presentava un portico con due serie di colonne sovrapposte: doriche in basso e ioniche in alto.
- Mausoleo di Eumachia: Si trova nella necropoli di Porta Nuceria. Anche dalla sepoltura si nota l’importanza di questa sacerdotessa. Il mausoleo aveva la forma ad esedra con ai lati due tempietti con statue. La parte superiore dell’emiciclo ripeteva gli stessi motivi architettonici della grande costruzione che la sacerdotessa fece costruire presso il Foro.
- Casa del Fauno: Si tratta della dimora aristocratica più grande di Pompei (quasi 3000 mq) del II sec a.C. Aveva un settore rappresentanza, l’atrio, le terme, la cucina, ambienti privati, due giardini, servizi igienici e stalle. I pavimenti erano in marmo con decorazioni geometriche. Al centro dell’atrio, nel bacino di raccolta dell’acqua piovana (impluvium), c’era la statua bronzea del Fauno danzante (ora sostituita da una copia). Si suppone che il ricco proprietario appartenesse all’aristocrazia romana piuttosto che alla borghesia locale.
- Casa del chirurgo: il ritrovamento di numerosi strumenti medici in ferro e in bronzo, fanno di questa casa un luogo per cure mediche.
- Villa di Diomede: Villa lussuosa attribuita ad Arrius Diomedes per la tomba rinvenuta davanti al monumentale ingresso. Dal giardino si godeva una splendida vista mare. Per una scala si accedeva alla parte inferiore con le cantine. Presso una sua porta giacevano due corpi aggrovigliati, uno dei quali con anello d’oro al dito, chiave d’argento e in mano un gruzzolo di 1356 sesterzi. Altri 18 corpi fra donne e bambini asfissiati vennero ritrovati nel sotterraneo.
- Villa dei Misteri: Si tratta di una casa rifugio “fuori città” di gente ricca. Ne sono state rinvenute un centinaio. Comprende stanze residenziali decorate ed affacciate sul mare e stanze per la servitù accanto ai locali per la lavorazione del vino. Lungo le pareti della sala da pranzo si ammira un grande affresco con scene di rito dei misteri dionisiaci (da cui il nome della villa). Essi rappresentano l’iniziazione femminile al matrimonio. Altre pitture si trovano negli ambienti di rappresentanza con motivi che richiamano la pittura egizia.
- Casa dei Vettii: I Vettii erano dei liberti (ex schiavi) divenuti ricchi e desiderosi di ascesa sociale. La casa è ancora ricca di pitture che augurano prosperità. Possedeva un giardino ricco di statue e fontane. Di queste è stata ritrovata la statua – fontana di Priapo.
- Lupanare: Lupa in latino significa prostituta, si tratta quindi di una casa bordello. Pompei era una città di mare e non mancavano numerosi bordelli. Questo era il più organizzato, l’unico con questa sola funzione. Gli altri erano mascherati all’interno delle botteghe. Possedeva cinque stanze al pianterreno, altre cinque al piano superiore e in un angolo un gabinetto (semplice sedile con foro). Sulle pareti i dipinti servivano a richiamare le prestazioni offerte. Le prostitute erano schiave, di solito greche od orientali. Il prezzo andava da due a otto assi: per confronto un bicchiere di vino ne costava uno. Il ricavato andava tutto al proprietario.