La leggenda vuole che il nome di Palinuro derivi dal timoniere di Enea, ucciso dagli abitanti di questo luogo e qui sepolto. La leggenda è stata immortalata da Virgilio nel libro quinto dell’Eneide, dove la regione di Capo Palinuro è teatro di uno degli episodi più drammatici del suo poema.
E’ più probabile però che l’origine del nome derivi da “palin” (direzione opposta) e “oùros” (venti), poiché a causa della punta del promontorio, i venti soffiano forti in direzioni variabili. Gli antichi greci furono i primi a nominare così il Capo, ancora oggi pericoloso in caso di cattivo tempo.
A nord di Palinuro una bellissima e lunga spiaggia libera, agevole da raggiungere dalla strada statale, permette di fare il bagno in splendide acque cristalline. Il promontorio è costituito da un enorme blocco di calcare mesozoico, con rocce che si elevano a precipizio sulle acque limpide e profonde. Qui regnano l’ulivo, i fichi d’india, le agavi, le ginestre e i gerani. Piccole spiaggette solitarie, raggiungibili solo via mare, ogni tanto interrompono la ripida scogliera. Numerose sono le grotte e le rocce forate, scolpite dall’acqua e dal vento.
Dal porto di Palinuro partono le visite via mare (12 euro a persona, ridotti 6, per una durata di un’ora e mezza) all’incantevole costa del promontorio, ricca di grotte suggestive, anfratti, pareti a picco sul mare e piccole spiagge meravigliose e nascoste in un carosello di colori e giochi d’acqua cristallina. Il giro prevede la visita ai luoghi di seguito descritti.
Da ammirare innanzitutto la grotta azzurra, che deve il suo nome all’effetto prodotto dalla luce del sole che entra da una apertura sommersa a circa 30 metri di profondità; la grotta d’argento il cui colore deriva dai depositi calcarei sulle pareti e per la presenza di zolfo nelle acque. Queste sgorgano dal sottosuolo e in esse si riflettono i raggi del sole che filtrano all’interno; la grotta del sangue, che presenta pareti ricche di minerale ferroso che depositandosi sulle rocce calcaree danno vita a suggestivi giochi di colori. E ancora, la grotta dei monaci, che nasconde al suo interno una scultura di stalagmiti e depositi calcarei somiglianti ad un gruppo di monaci avvolti nei loro sai.
Cala del Buondormire è una splendida spiaggetta raggiungibile solo via mare (in basso nella foto). E’ l’ultimo approdo della visita proposta dalla Coop di Palinuro, con una breve sosta per chi vuole fare il bagno.